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San Cassiano celebra San Giuseppe con il tradizionale rito della “Taula”

Oronzo Lazzari – Vicesindaco di San Cassiano

Per il terzo anno, le restrizioni hanno impedito i festeggiamenti pubblici in onore di San Giuseppe, quella di quest’anno sarebbe stata la 46° Sagra dedicata al Santo.

Il suo spirito però, è stato capace di superare le limitazioni. Perché ciò che conta è rafforzare il valore della condivisione, che si lega alla devozione per il Santo.

E’ nato, così, il piccolo gesto del Comune di San Cassiano, dove l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con l’associazione “Sentirsi Casa – sancassienesi nel Mondo “ , ha pensato di unire tutti i cittadini, in una simbolica “Taula” condividendo lo stesso piatto: la tradizionale “massa di San Giuseppe”. In questo modo, se i sancassianesi non possono essere presenti fisicamente a San Cassiano, sarà San Cassiano a recarsi da loro..solo in un modo diverso, recapitando con una confezione di semola di grano Saragolla, autoprodotto dalla Comunità in terreni del Parco Paduli dati in comodato d’uso gratuito: tutto questo nell’ambito di Ruralia, un progetto collaborativo tra l’Associazione Abitare i Paduli, il Comune di San Cassiano e l’intera comunità. In questo modo, tutti i sancassianesi che sono fuori potranno preparare la massa seguendo la ricetta tradizionale scritta sul retro della confezione. Lo scorso anno, invece, ad unire tutti i sancassianesi intorno alla “Taula” è stato il tradizionale “Granu Stumpatu”, che quest’anno, nel giorno della vigilia, come ogni anno, dopo la cottura a cura dei “Volontari della Sagra”, sarà distribuito in ogni casa del comune di San Cassiano dai Volontari Protezione Civile – ODV, il tutto nel rispetto delle normativa anti-Covid. E’ l’omaggio di una comunità intera, che anche quest’anno rinnova il senso di condivisione di questa festa speciale, e offre sulla tavola il suo prodotto più buono e sano.

Ed a proposito di tavola, sulla “Taula di San Giuseppe”, allestita nel Palazzo Baronale, la Comunità di San Cassiano offrirà i suoi prodotti più buoni, grano, lupini, farine, nate con Ruralia da autoproduzione pubblica, i devozionali pani fatti con queste farine da un forno locale. E poi i “vermiceddhi” di grano saragolla fatti dalle sapienti mani della nonna Assunta che il 12 luglio prossimo compirà 93 anni, e che a questo rito di preparazione che si ripete ogni anno è aiutata da nipoti e pronipoti; c’è ancora la “massa” fatta a mano dalle “donne della massa”, le ’ncartellate di grano maiorca del Molino di Comunità di Casa delle AgriCulure di Castiglione, preparate da una pasticceria locale, i lampascioni del parco dei Paduli, il miele, il vino, l’olio, i finocchi, i cavolfiori, le fave, prodotti da aziende locali di giovani. Si rinnova, così, il legame con il Santo, e si rafforza un rapporto con il cibo che significa rispetto per l’ambiente, agricoltura sana e sovranità alimentare nell’ottica della territorialità e dell’autosostenibilità.

Subito dopo, grazie alla collaborazione della parrocchia, tutti i prodotti saranno donati a chi ne ha più bisogno rispettando lo spirito e il fine stesso della tavola.

Ed infine un pensiero ai bambini della guerra in Ucraina. Il giorno della vigilia e della festa, sarà possibile acquistare, con una donazione minima, il granu stumpatu Senatore Cappelli e la farina di grano Saragolla, dai banchetti allestiti dalla Protezione Civile; il ricavato della vendita sarà devoluto alla raccolta fondi dell’Unicef per i bambini dell’Ucraina, perché un chicco di grano, anche se piccolo, può “germinare tanto amore”.

E mentre la comunità di San Cassiano, durante la festa di San Giuseppe, si fa dono del grano nato nella scorsa produzione pubblica, l’intera comunità pensa al futuro, oltre questi mesi difficili per tutti, lo fa guardando tra i campi di questa coinvolgente esperienza di condivisione. Quasi tre ettari e mezzo, tra le località Cirasa, Macchia, Caude e Campine, dove nuove spighe si preparano a nascere. Conterranno nuovi semi, per sostenere l’edizione 2023 della festa.

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